Le Pompe di Calore ad Alta Temperatura segnano una svolta nell’efficientamento energetico degli edifici, offrendo nuove possibilità rispetto ai sistemi precedenti.
Grazie a gas refrigeranti innovativi, questa tecnologia di riscaldamento può finalmente essere utilizzata anche nei condomini e negli immobili commerciali, ovviando i problemi dei climi rigidi e delle grandi dimensioni degli impianti che le Pompe di Calore tradizionali non superavano.
Anche se la norma definisce "ad alta temperatura" i sistemi aria-acqua e acqua-acqua con una temperatura di mandata in uscita ad almeno 65°C (UNI EN 14511-2: 2018), tra gli addetti del settore si considera il sistema ad alta temperatura quando il sistema fornisce acqua calda già a 60°.
Il problema fino ad oggi era quello dell’efficienza: il COP delle Pompe di Calore (Coefficient of Performance, rapporto tra energia termica risultante e energia elettrica necessaria per ottenerla) si riduce notevolmente al crescere della temperatura richiesta – rendendole convenienti se utilizzate a temperature più moderate.
Per una misurazione più reale si utilizza anche il parametro SCOP, basata su quattro punti predefiniti e in condizioni di carico parziale. La base di calcolo è il profilo medio (definito dalla norma UNI EN 14825:2016), con opzioni volontarie di “profilo più caldo” e “profilo più freddo”.
Così calcolato lo SCOP, le Pompe di Calore tradizionali risultavano vantaggiose se utilizzate solo:
in ambiente ben coibentati
con ridotta distanza inerziale
in edifici con superficie radiante di ampia estensione
in regioni da climi più miti [max -10°C – per mantenere uno SCOP > 3]
Con le Pompe di Calore ad Alta Temperatura invece ovviamo al problema della dispersione su lunghi tragitti, come tra una centrale termica e radiatori in un condominio o in un edificio industriale di grandi dimensioni, dove la dispersione può perdere dai 5°C ai 10°C. Partendo da almeno 65°C riusciamo a raggiungere i radiatori mantenendo una temperatura adeguata a fornire il comfort necessario.
Ed è da considerare come, rispetto alle caldaie a gas, le Pompe di Calore usano significativamente meno energia primaria, con una riduzione dei consumi che può variare dal 30% al 70%, a seconda dello SCOP (efficienza stagionale). Ad esempio, uno SCOP di 4, media verosimile in inverno in una regione fredda, consentirebbe comunque un risparmio del 45% dei consumi.
Con coefficienti di risparmio di questa entità, il passaggio ad una Pompa di Calore ad Alta Temperatura potrebbe soddisfare i requisiti per accedere al Superbonus2024, o agli incentivi disponibili per l’edilizia. Contatta i nostri Energy Manager per una valutazione gratuita del tuo caso.
La scelta dei nuovi gas refrigeranti, che permettono alle Pompe di Calore di raggiungere le alte temperature, è guidata dalla “normativa F-Gas”, che all’atto pratico costringe le ditte produttrici ad orientare la ricerca su gas refrigeranti a basso GWP (Potenziale di Riscaldamento Globale), come l'R290 (propano) e l’R454C. Questi gas consentono temperature fino a 70°C nelle Pompe di Calore di nuova generazione. E in particolari contesti, grazie ad un circuito a doppio stadio, fino a 80°C.
Grazie a queste temperature, si può estendere l’uso della tecnologia delle Pompe di Calore anche in condomini o edifici industriali, laddove non si possa o non si voglia cambiare terminali svantaggiosi come i radiatori, o in regioni particolarmente fredde.
Come già nelle Pompe di Calore precedenti, anche quelle ad Alta Temperatura esprimono il loro massimo potenziale in abbinamento ad un Impianto Fotovoltaico che ne alimenti le richieste: il primo passo verso una struttura totalmente libera dalla dipendenza del gas, come nel caso del Condominio Goldoni, che ha abbattuto i costi delle bollette dell’80%.
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