Industria 5.0 ha preso ufficialmente il via, con la pubblicazione del Decreto Attuativo interministeriale nella Gazzetta Ufficiale il 6 agosto 2024. A partire dal 7 agosto 2024, è operativa la piattaforma del GSE che permette alle aziende di presentare le comunicazioni per prenotare il credito e confermare l’effettuazione degli ordini (leggi la procedura).
Gli incentivi di Industria 5.0, erogati sotto forma di credito di imposta, sono destinati alle imprese che tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025 investono in progetti volti a ridurre il consumo energetico delle strutture produttive, o dei processi produttivi, localizzati in Italia.
L’agevolazione copre: beni sia materiali che immateriali che garantiscano un abbassamento dei consumi, comprese le Pompe di Calore per produrre energia termica; beni strumentali per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili ( ovvero impianti fotovoltaici e batterie di accumulo, con computo fino al 140%) e la formazione del personale sulla transizione energetica e digitale.
Le principali novità introdotte dal Decreto Attuativo Interministeriale, rispetto a quanto già previsto dalla norma, confermano le indiscrezioni che già circolavano, e riguardano, tra le altre cose:
il divieto di cumulo tra incentivi
le imprese di nuova costituzione
le figure dei certificatori
Per quanto riguarda la compatibilità tra incentivi diversi, nella versione attuale non è più consentito fruire del piano Industria 5.0 e contemporaneamente di altre misure finanziate dall'Unione Europea. Resta possibile sommare gli incentivi con altri finanziati da risorse nazionali o regionali, con alcune eccezioni specifiche come il credito d'imposta per le Zone Economiche Speciali (ZES) e il programma Transizione 4.0.
Su questo tema è attesa la pubblicazione delle linee guida ufficiali, che includeranno esempi pratici su come applicare le disposizioni del piano. Questo documento dovrebbe fornire chiarimenti utili per i beneficiari e per le amministrazioni che gestiscono i fondi.
L'articolo 9 del Decreto Attuativo, invece, riguarda il piano Industria 5.0 per le imprese di nuova costituzione, tra le quali vengono considerate anche quelle che hanno variato sostanzialmente beni e e servizi nei sei mesi precedenti all’avvio dei progetti di innovazione. L’articolo fissa le regole per calcolare lo scenario controfattuale con cui confrontare il risparmio energetico: si prenderanno 3 beni alternativi presenti sul mercato UE, e la media dei consumi per la produzione degli stessi. In mancanza di tali dati, è permesso ricorrere a stime, purché basate su dati tracciabili e certificati. Si tratta di una specificazione positiva, perché inevitabilmente si prenderanno i 3 beni più energivori presenti sul mercato UE. Utile soprattutto alle Piccole Medie Imprese.
Per quanto riguarda i certificatori, la base si allarga includendo anche:
gli ingegneri iscritti nelle sezioni A e B dell’albo professionale,
i periti industriali e i periti industriali laureati iscritti all’albo professionale nelle sezioni “meccanica ed efficienza energetica” e “impiantistica elettrica ed automazione”,
oltre a quanto già previsto dalla norma, ovvero:
gli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE), certificati da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11339;
le Energy Service Company (ESCo), certificate da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11352, come Limes Energy Solutions.
Altro punto interessante riguarda la formazione prevista dal Piano Industria 5.0: gli incentivi copriranno corsi di almeno 12 ore, suddivise in maniera libera e equivalente tra ambito green e digitale (minimo 4 ore per settore), permettendo così un’impostazione integrata delle competenze.
Il decreto stabilisce infine tempistiche più stringenti per il GSE, incaricato di gestire le procedure per la fruizione del credito d'imposta, imponendo di rispondere entro 5 giorni alla comunicazione preventiva delle imprese richiedenti. Questo garantisce una maggiore trasparenza e sicurezza per le imprese che investono, assicurando la tutela delle loro aspettative legittime.
Il Decreto Attuativo Interministeriale, nonostante il ritardo con cui giunge, apre comunque a nuove possibilità di investimenti del Piano Industria 5.0, soprattutto grazie alla valorizzazione dell’energia termica (Pompe di Calore) e alle regole per le aziende di nuova costituzione.
La procedura per accedere all’incentivo rimane complessa, e i tempi per fruirne sono stretti, ma il valore del beneficio, fino al 45% dell’investimento, ben ripaga gli sforzi da affrontare.
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